Loc. San Lorenzo, 25 - Anghiari, Arezzo 52031
C’è una tradizione orale ben radicata, da queste parti, secondo la quale quelli del Castello di Sorci si sarebbero scontrati con quelli del Castello dei Gatti. La baruffa sarebbe stata dura, ma non sanguinosa. E quelli di Sorci, naturalmente avrebbero avuto la meglio.
“I Sorci – di conseguenza, si dice – qui hanno sconfitto i Gatti!”
La storia del Castello di Sorci
Il Castello di Sorci è stato abitato da due grandi e potenti famiglie tra il 1200 e il 1530:
I TARLATI di Pietramala (1234-1388), I BALDACCIO (1388-1441) e I PICHI (1443-1650).
Il Castello di Sorci, nato come segno di dominio, fu punto di contesa e di resistenza durante il Basso MedioEvo e il periodo delle Signorie; distrutto più volte e più volte ricostruito, visse la storia di un Capitano di Ventura, come il famoso Baldaccio.
Nel 1970 subentrò Primetto Barelli che si era sposato a Città di Castello con una giovane del posto, Gabriella.
Primetto riaprì Sorci alla vita, con un’intuizione geniale e la vitalità espansiva del suo temperamento. Raccolse l’eredità dell’ azienda agricola, sapendo dare a questa vocazione uno sbocco originale, riproponendo alle masse il gusto dei prodotti naturali e dell’aria pulita.
ritratto di Baldaccio
Baldaccio di Anghiari
un valoroso condottiero
Nelle sue Storie Fiorentine (6°, VI), così il Machiavelli lo definisce:
“uomo di guerra eccellentissimo, perché in quelli tempi non era alcuno in Italia che di virtù di corpo e d’animo lo superasse; ed aveva intra le fanterie perché di quelle sempre era stato capo, tanta reputazione che ogni uomo estimava con quello in ogni impresa e a ogni sua volontà converrebbono”.
Figlio di Piero di Vagnone Bruni, Baldaccio nacque a Ranco, presso Anghiari intorno al 1400. A vent’anni già si distingueva per la sua poderosa banda di armati con la quale compiva rapine e saccheggi. Condannato a morte due volte, nel 1420 e nel 1425, riuscì sempre a sfuggire alla cattura.
Quando era capitano generale delle fanterie dello stato fiorentino, Baldaccio denunciò Bartolomeo Orlandini per aver abbandonato il castello di Marradi davanti alle truppe del Piccinino. Diventato Gonfaloniere di Giustizia, l’Orlandini si vendicò dell’affronto subìto con una spietatezza che fa rabbrividire.
Il 6 settembre 1441, convocò Baldaccio a Palazzo Vecchio e lo fece uccidere a tradimento. “Fu assalito e ferito e gettato a terra dalle finestre nel cortile e subito così, quasi morto, gli feciono tagliare la testa a piè dell’uscio del capitano, su la piazza, e stettevi il corpo alquante hore..”.
Il fattaccio commosse tutta Firenze e lo stesso papa Eugenio IV provò dolore e sdegno per quell’efferato delitto, malamente ricoperto dall’accusa di tradimento, con la quale si uccideva due volte il valoroso Baldaccio d’Anghiari.